Riflessioni tra un anno e l’altro.

Da W. Benjamin ‘Sul concetto di storia’

Il tempo dell’orologio, del calendario è un tempo vuoto, un tempo che non esiste, che ancora non si è realizzato oppure che è già passato e quindi non esiste più. L’unico tempo reale è quello dell’attimo presente, dell’ADESSO come lo chiama opportunamente Benjamin. Sono così chiariti con assoluta precisione i modi di approccio alla storia: o una ‘memoria del passato’ che può spiritualmente istruire sul presente, qualora lo si utilizzi come ‘memoriale’, come insegnamento per il futuro come diceva Erodoto, oppure un ‘memoriale’ inteso alla maniera ebraica, un ricordo che rammenta la potenza salvica di Dio che è assolutamente fruibile anche nell’oggi.

E’ chiaro allora come la vera immagine del passato guizza via, è un frammento di secondi (?) o qualcosa di più breve ancora, che balena per non comparire più. Proprio nel momento della sua conoscibilità il passato è da trattenere ma la sua immagine, se è autentica, lo deve alla sua fugacità come scrive lo stesso Benjamin. Il questa rapidità di comunicarsi sta la sua unica chance. Proprio perchè è caduca questa verità può essere strappata via da un soffio di vento. Scappa, fugge, si dilegua. A prendere il suo posto, infatti, è pronta l’apparenza, che va più d’accordo con l’eternità.

Nell’ orizzonte temporale messianico l’idea di simultaneità si riferisce, per Benjamin, alla compresenza di passato e futuro nell’istantaneità del presente in cui si manifesta l’eternità del disegno divino. La trasformazione della percezione temporale che invece si ha in epoca moderna determina una simultaneità “obliqua” e trasversale che – sempre seguendo Benjamin – Anderson chiama «tempo omogeneo e vuoto», un tempo scandito e misurato da orologi e calendari.

Se riuscissimo a vivere nella verità continua di questo adesso continuo, molte paure fuggirebbero da noi,, sarebbe vita continua, una sempre presente e reale e continua eternità.

Auguri a tutti

roberta capodicasa e walter benjamin

4 pensieri su “Riflessioni tra un anno e l’altro.

  1. Se è vero che l’eterno è entrato nel tempo è anche vero che in qualche modo il tempo si eternizza. San Paolo scrive che che il creato non verrà distrutto: ora geme e soffre in attesa che si manifesti la gloria dei figli di Dio. La fine del mondo, perciò, non significa la sua distruzione, ma la sua trasformazione: Dio non distrugge nulla di ciò che ha creato. E nel creato è compreso il tempo.
    Auguri, Pietro.

  2. A livello di dimensione fisico matematica il tempo viene rappresentato da un numero immaginario. Non so se questo significhi qualcosa per la filosofia. Il mio pensiero, in proposito, è che il tempo ha senso solo in relazione all’eternità. Esso ha un inizio, perciò è stato creato e fa parte del creato, come lo spazio. Perciò anch’esso è sottoposto alla legge della caducità secondo quanto scrive san Paolo, per cui tutto il creato geme e soffre nell’attesa della manifestazione della gloria dei figli di Dio. Perciò non sarà distrutto, ma trasformato. Ti saluto e buon anno.

  3. Le altezze di Benjamin sono troppo ardite perchè io dedichi un commento fugace alla tua nota. Per ora ti ringrazio. Quando sarò in grado torneremo a parlare. Grazie per ora. con tantissimo affetto
    buon anno
    robi

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