“In una biblioteca due utenti stanno litigando fra loro: uno vuole aprire la finestra perché gli manca l’aria e l’altro vuole che rimanga chiusa perché ha i reumatismi e teme la corrente. Alzano la voce e disturbano gli altri lettori. Arriva una prima bibliotecaria: «Silenzio! Se non vi sedete e state zitti, vi faccio uscire tutti e due!» Si siedono, ma dopo un pò ricominciano a litigare. Arriva una seconda bibliotecaria la quale ascolta attentamente entrambi e poi, dopo una breve riflessione, propone: «Che ne dite se apriamo la finestra della stanza accanto, in modo che l’aria circoli senza provocare correnti?»” (Tratto da Roger Fisher e William Ury, L’Arte del Negoziato, Mondadori, Milano, 1995, ed originale 1981).
Grazie Stefano. Mi piace il tuo consiglio. Ci provo.
Due sorelline si litigano un’arancia. La tensione sale a urli e la mamma interviene tagliando il frutto a metà e separando le figlie. Ognuna se ne va in una stanza e resterà insoddisfatta. Ha ottenuto la metà esatta ma non può fare ciò che intendeva con quanto le è toccato. Si scoprirà alla fine che le due potevano avere entrambe l’intero, dato che a una serviva di fare una spremuta e all’altra serviva di ricavare coppette da macedonia. Cosa è mancato per raggiungere un obiettivo che era possibile? Comunicazione, ascolto e negoziazione.
L’apologo dà il titolo al libro di Renata Borgato,
Un’arancia per due. Giochi d’aula ed esercitazioni per formare alla negoziazione.
Franco Angeli
Dentro al libro salta fuori un appunto preso al corso che seguivo quando l’ho letto: “Io sono ok, tu sei ok” di T.A. Harris.
Un’arancia per due
E gli utenti della stanza accanto?
Per Marian. Il senso del tuo racconto è simile a quello che ho riportato io. L’ascolto reciproco è indispensabile per evitare di attaccarsi alla propria metà dell’arancia, cioè alle proprie idee, pensando che siano le sole vincenti e le altrui siano sbagliate. I conflitti, poi, in realtà ci immobilizzano e non ci fanno prendere decisioni, ne arrivare ad alcuna sintesi (ne vediamo l’esempio in questi giorni anche nella nostra realtà politica, votata perennemente a un conflitto sterile…).
Per trovare una sintesi dobbiamo fare spesso un salto di qualità. La bibliotecaria rigida applica solo la norma e, minacciando di cacciare via i due utenti, in realtà rischia di rinfocolare il conflitto (magari, i due continueranno a litigare per strada…). L’altra, invece, ascolta le ragioni e i bisogni di entrambi, valuta le esigenze di tutti gli utenti e quelle istituzionali, poi decide velocemente (un po’ come sta facendo Napolitano in questi giorni….). La seconda bibliotecaria trova una soluzione creativa.
Lucugnolo mi chiede cosa ne pensano gli utenti dell’altra stanza. Questo è un altro problema. Intanto il primo è risolto. E ci si può aprire a nuove i-stanze.