Informazioni su stefano

Mi chiamo Stefano Chiabolotti, ho 57 anni e vivo a Perugia. Mi piace occuparmi di scienze umane, filosofia, meditazione e counseling. Per contatti diretti: stefano.chiabolotti@gmail.com .

Cosa possiamo fare per Perugia?

Sabato scorso si è svolta a Perugia una cena sulle scalette del Duomo organizzata dall’associazione “Perugia non è la capitale della droga” per riconquistare simbolicamente uno spazio del centro storico solitamente frequentato dagli spacciatori.
Sicuramente, un’ottima iniziativa. Ce ne sono altre di iniziative analoghe, che possono essere incoraggiate e vissute insieme per rivitalizzare il centro storico.  Continua a leggere

La consapevolezza

A demonifine aprile ho partecipato ad un incontro formativo sulla consapevolezza dei propri “demoni” interiori (per demoni, leggi paure, ansie, sensazioni di inadeguatezza, ecc.).
La formazione sulla consapevolezza non è da intendersi come formazione in senso classico: non ha niente a che vedere con un training scolastico o professionale.
Ha significato invece confrontarmi con la mia sofferenza, cercare di capire “a che punto sono” della mia avventura di vita; stare sul momento, vivendo magari qualche delusione, ma anche gioie e incontri inaspettati.
Il senso di questo “seminario” è stato quello di consentirmi un possibile contatto con le parti oscure di me stesso. Confrontarsi con i propri demoni personali è un percorso in cui si può trovare il coraggio di visualizzarli, accoglierli e magari “nutrirli”. [Per chi è interessato a questa metodologia, può leggere “Nutri i Tuoi Demoni. Risolvere i conflitti interiori con la saggezza del Buddha” di Tsultrim Allione].
E’ alla fine un lavoro con sé stessi non privo di rischi e incognite, ma che può portare nuova linfa ed energia, nuova fiducia. Il senso di questo percorso di “cura” è quello di accettare la nostra condizione umana, così com’è, finita e imperfetta, ma anche unica e meravigliosa.
Mi sento di dire con Joseph Campbell che, in questi casi, “Il drago del ‘Tu devi’ (…) la finzione sociale della legge morale, è stato ucciso dal leone dell’autoscoperta; e il vincitore leva (…) il ruggito del leone; il ruggito del grande Sciamano delle vette montane, del vuoto al di là di tutti gli orizzonti e dell’abisso senza fondo”.

L’amore gentile

Trovatori e menestrelli

Trovatori e menestrelli

Joseph Campbell ci segnala la poesia di un grande trovatore (forse il più grande), Guirault de Bornelh:

“Così, attraverso gli occhi amore raggiunge il cuore: perché gli occhi sono gli esploratori del cuore, e vanno a
riconoscere ciò che al cuore piacerebbe possedere.
E quando tutti e tre sono in pieno accordo e hanno un’unica decisione, allora nasce l’amore perfetto da ciò che gli occhi hanno introdotto nel cuore. Continua a leggere

Donne ricche, sicure, colte. Uomini poveri, insicuri e incolti?

Federico Rampini, editorialista de “La Repubblica”, un paio di anni fa in un suo articolo ci spiegava il tramonto del matrimonio nell’occidente ricco e civilizzato.
Rampini metteva in evidenza come le donne – in particolare negli Stati Uniti, ma anche nel centro-nord Europa – diventassero più ricche e colte degli uomini, con più alti indici di reddito e di istruzione. E di come questo avvenisse soprattutto nella fascia giovane di età (25-34 anni): “In molte aree metropolitane degli Stati Uniti, le giovani donne guadagnano sistematicamente più dei loro fratelli, o dei loro aspiranti fidanzati. Questo rende i maschi ventenni sempre meno appetibili come mariti. Non portano in dote né sicurezza né status. E infatti il matrimonio tramonta, cresce a dismisura la percentuale dei trentenni celibi (…)”. Continua a leggere

Credenti e non credenti: una sola comunità…

Da “La Repubblica” di oggi. Mi sembra interessante.

“Fondò la Cattedra dei non credenti contro le resistenze dei conservatori”
Il ricordo di Massimo Cacciari che fu coinvolto in quegli incontri su etica e fede

MILANO — «Non ci sono credenti e non credenti, ma solo pensanti e non pensanti. Il cardinale Carlo Maria Martini amava spesso citare, con ironia, questa frase di Norberto Bobbio. Era per lui la prima distinzione.
E però aggiungeva subito: “Poi tra i pensanti ci sono i pensanti credenti e quelli non credenti…”».
Il filosofo Massimo Cacciari ricorda con emozione la straordinaria stagione della “Cattedra dei non credenti”, che lo vide coinvolto in prima persona, tra gli organizzatori. Un’esperienza fortemente voluta dal cardinale Martini tra il 1987 e il 2002. In mezzo alle mille contestazioni, particolarmente dure, della parte più conservatrice della Chiesa, che non sopportava l’idea di veder salire in cattedra degli atei a dialogare di etica, fede, religione, cultura, giustizia, con dei cattolici. «Si trattava di una serie di incontri al centro dei quali c’era soprattutto il dialogo. Questo cercava Martini, più di ogni altra cosa».
Martini diceva che “ciascuno di noi ha in sé un credente e un non credente, che si interrogano a vicenda”.
«Appunto. Lui credeva in una fede dialogante. Viveva intensamente il dramma della fede. Al punto che chi gli stava vicino avvertiva fisicamente questo suo dramma interiore, umano».
Chi potrà portare avanti, nella Chiesa, lo stile di Martini, capace di coinvolgere i non credenti in grandi progetti comuni.
«Credo che il cardinale Gianfranco Ravasi, con la sua “Corte dei Gentili”, stia proprio portando avanti questo progetto culturale: creare uno spazio di incontro».
Il cardinale Martini ha polemizzato non poco, nella sua vita, con il mondo di Comunione e Liberazione.
«Le idee di Comunione e Liberazione sono l’opposto esatto di quelle di Martini. Cl è attratta dal potere, in tutte le sue forme. Il potere della Chiesa, il potere politico, il potere economico e quello degli affari. Niente a che vedere con la profonda spiritualità di Martini».
C’è un episodio che i milanesi non possono dimenticare. Quando, nell’84, le Brigate Rosse decisero di consegnare a Martini le loro armi.
«Si arresero all’autorità spirituale della città. Non erano vinti, ma convinti da Martini».

Per approfondire, vedi anche:
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/cacciari-apertura-ai-laici.aspx
Aggiungo anche la sua ultima intervista (un testamento spirituale):
http://www.corriere.it/cronache/12_settembre_02/le-parole-ultima-intervista_cdb2993e-f50b-11e1-9f30-3ee01883d8dd.shtml

 

Religione per atei

Molto bello questo saggio di Alain de Botton “Del buon uso della religione”, edito da Guanda. Il vero significato dell’operazione viene però dal sottotitolo: “Una guida per non credenti”. De Botton sostiene infatti che la religione non è solo materia per credenti, ma anche per atei; in particolare per tutti quegli atei che hanno a cuore la cultura come faro dell’umanità.
L’operazione di de Botton è quella di osservare le migliori pratiche religiose e capire come applicarle alla società laica. Una società che non riesce più a rendere credibili i propri valori, a ritualizzarli in maniera efficace, a farli rielaborare dai propri cittadini, che appaiono sempre più eterodiretti, abulici, igienizzati, sterili. Continua a leggere

Ascoltarsi

“In una biblioteca due utenti stanno litigando fra loro: uno vuole aprire la finestra perché gli manca l’aria e l’altro vuole che rimanga chiusa perché ha i reumatismi e teme la corrente. Alzano la voce e disturbano gli altri lettori. Arriva una prima bibliotecaria: «Silenzio! Se non vi sedete e state zitti, vi faccio uscire tutti e due!» Si siedono, ma dopo un pò ricominciano a litigare. Arriva una seconda bibliotecaria la quale ascolta attentamente entrambi e poi, dopo una breve riflessione, propone: «Che ne dite se apriamo la finestra della stanza accanto, in modo che l’aria circoli senza provocare correnti?»” (Tratto da Roger Fisher e William Ury, L’Arte del Negoziato, Mondadori, Milano, 1995, ed originale 1981).

La mappa del tesoro

La mappa originale de "L'isola del tesoro"

Come abbiamo detto già negli articoli precedenti, “Pezzi da otto, pezzi da otto!” è l’invocazione del pappagallo di Long John Silver, il pirata protagonista “oscuro, ma umano” de “L’isola del tesoro”, il capolavoro di Stevenson.
La cosa che mi ha colpito di quel romanzo è stata la sua genesi.
Stevenson vide una mappa di un’isola che stava dipingendo ad acquerello uno dei suoi figli. Cominciò a lavoraci insieme a lui di immaginazione, inserendo luoghi, personaggi e costruendo piano piano una storia. Con i familiari come collaboratori, la storia si sviluppò e diventò ricca di particolari. Continua a leggere