Sante e streghe, ancora da Umbrialibri

Tre studiosi di spicco alla tavola rotonda su “La donna tra tensione mistica e tentazione diabolica” nel pomeriggio conclusivo di Umbrialibri, 13 novembre 2011.

Enrico Menestò (letteratura latina medievale), Tullio Gregory (filosofia), Franco Cardini (storia medievale) parlano della figura femminile della santa e della strega nel Trecento.

Menestò racconta di Margherita Porete, condannata come eretica recidiva nel 1310 a causa del suo libro Miroir des simples ames (Lo specchio delle anime semplici) pubblicato dieci anni prima. Il libro, bruciato ai suoi piedi nel rogo, è giunto fino a noi perché nel frattempo aveva avuto molta fortuna e ne erano state copiate più versioni anche in inglese e dialetti francesi diversi dall’originale piccardo perduto (l’attribuzione a Margherita è del 1946 e si deve a Romana Guarnieri). La donna era una beghina, una figura laica, espertissima di teologia, traduttrice. Non si sa bene se fosse una girovaga (la tipologia più avversata dalla Chiesa ufficiale) o se facesse parte di un gruppo stabile. Inviò il suo libro a vari prelati, Scoto Eriugena e altri non lo disapprovarono. E’ un personaggio che conosce profondamente le questioni della fede. Dialoga con prelati importanti, non era una sprovveduta e i suoi scritti non da tutta la ufficialità ecclesiastica sono apertamente condannati. Alla fine però trovò l’inquisitore più severo che la mandò in prigione, dove restò per due anni fino all’esecuzione. Non ritrattò né modificò nulla di quello che aveva scritto, non abiurò, né si mostrò intimorita. Le cronache la ricordano coraggiosa mentre va alla morte. Il suo libro appartiene al genere exempla e propone un misticismo sospetto alla Chiesa, una forma di annichilimento in Dio dal carattere fortemente irrazionale. L’idea centrale è che l’anima è nulla e solo la coscienza di questa nullità è la chiave per riconoscere e ricevere Dio. Parla il linguaggio della mistica che è metaetico e metaintellettuale.

Gregory mette l’accento sulla tensione positivo-santo e negativo-diabolico nella figura medioevale femminile che è legata alla negativa concezione della sessualità nella religione giudaico cristiana. Questa concezione negativa era invece ignota alla grecità. In innumerevoli miti figura la donna, ma la sessualità ha connotati del tutto diversi. Vulcano fa una gabbia per cogliere in flagrante sua moglie Afrodite che lo tradisce con Ares. Finge di partire, così i due fedifraghi subito si congiungono, la gabbia cade e li imprigiona. Vulcano allora chiama il consesso degli dei a vedere e questi, tutti riuniti lì intorno, esplodono in una grassa risata. Che differenza di mentalità legata al sesso c’è nella Grecia classica (cambierà un po’ con il tardo platonismo).
Nella Genesi invece il dualismo della carne e della donna presentano già la contraddizione. Il frutto del peccato è bello da vedere e buono da mangiare e sembra di capire che la donna convince Adamo con le arti della seduzione. Però sarà anche la donna a dare origine alla stirpe che schiaccerà con il piede la stirpe del serpente. La cultura cristiana vede nella donna questa ambivalenza.
Le donne mistiche medievali sono pressoché immuni da tentazioni sessuali, hanno macerato il proprio corpo talmente tanto che non resta traccia di possibili tentazioni. La donna è anche letta come strumento di tentazione del demonio per i monaci giovani e per quelli pieni di sé. Nell’agiografia è frequente questo topos: la bella donna è mandata a tentare i novizi. Le mistiche scacciano le tentazioni con il fuoco (ma lo fa anche san Francesco). I momenti più autentici di umanità negli scritti di queste mistiche sono i momenti del dubbio. Quando predicano sono piene di sé, ma quando entrano in dubbio, quando si sentono disperata nell’incertezza di aver fatto qualcosa di male, sono figure di grande tenerezza. Angela da Foligno dice a un certo punto: “la fede e ogni altra virtù erano in me sospese”.
Le epoche che vanno dal Tre al Seicento sono quelle che più si accanirono contro le streghe e nell’ultima fase videro anche la nascita della scienza, Galilei, Descates. Le streghe fanno parte della modernità.
Si racconta ora un famoso episodio di indemoniamento del Seicento che riguardò, in Francia, Madre Giovanna degli Angeli, nobildonna che si fa esorcizzare perché tormentata da sette spiriti. Riesce a farne scacciare sei e per il settimo dice di dover andare a pregare sulla tomba di Francesco di Sales. Fa un viaggio di attraversamento di tutta la Francia per arrivarci. Il suo passaggio suscita l’ammirazione popolare e si comporta come una star da ex indemoniata che va a completare la sua liberazione. Una volta liberata, persino la futura madre del re Sole la vuole vicino a sé al momento del parto. Sembra di essere di fronte a una grande attrice, che si è giocata molto bene il suo ruolo.

Infine si chiude il secondo intervento con un po’ di ilarità ricordando la novella boccaccesca di Alibech, bella e ingenua donna di Barberia, non credente che si reca nei deserti di Tebaide a conoscer come prendano piacere per Dio gli eremiti. Bussa ai primi due che, nel timore di essere tentati, non la lasciano entrare. Il terzo per mettersi alla prova la accoglie ma presto i sensi prendono il sopravvento e decide di averla. Studiandosi il modo di non passare per un un dissoluto, sfrutta l’inesperienza di lei. Le spiega che, per la salute dell’anima sua, è il più gran piacere che si possa fare a Dio, cioè rimettere il diavolo all’inferno. Si spoglia e le fa fare lo stesso e quando lei chiede cosa sia l’organo eretto che lei non ha, lui risponde che quello è il diavolo e che lei ha invece in cambio l’inferno, quindi è stata mandata da Dio per il compito… da cui il detto toscano rimettere il diavolo all’inferno.

Franco Cardini riprende l’immagine della corda verticale che lega la mistica alla sessualità, l’alto verso il basso. Non solo la mentalità greca era diversa dalla cristiana in proposito, ma basta pensare anche alle scene di mistica erotica indiane che sono presenti nei libri in cui la pratica tantrica è un presupposto all’ingresso del divino. Sono stati anche scritti dal cardinal Danielou libri sul rapporto tra Dioniso e Shiva  (si rammarica di non conoscere affatto Shiva e poco anche Dioniso e solo per il lato pratico enologico, purtroppo in calo causa l’età). Qualcosa della nostra radice di cultura abramitica va incontro a un turbameno come cristiani. Nel Dio cristiano c’è la spina dell’umanità. Gesù è circondato da donne, va a banchetto, sicuramente fa il filo alla Samaritana al pozzo (cita un assenso a tale ipotesi da parte del cardinal Sodano), anche se non si vuol arrivare a dire che ebbe rapporti carnali con donne, insomma è pienamente uomo, avrà avuto anche impulsi di desiderio. Nel cristianesimo esplode la contraddizione di ciò che nell’ebraismo era pneuma, ruah, e che nel cristianesimo deve vedersela anche con la natura umana di Gesù.

Ma si parla di streghe soprattutto. Cardini crede e spera che tutti credano che le streghe erano innocenti dell’accusa di commercio con il diavolo. Però spesso erano donne che facevano venefici, quindi assassine e soprattutto procuravano aborti. Molte streghe sono state giustiziate perché procuratrici di aborti, soprattutto in area protestante, perché la Chiesa cattolica era più interessata a condannare l’eresia. Le streghe sono associate all’uccello rapace strix. Da storico il riferimento alle fonti è d’obbligo e il tipo di fonte scelta è l’exemplum in cui sono presenti le tre variabili tensione religiosa, donna, peccato. Ci sono molti casi in cui la donna compare nell‘exemplum (che era una novella, una fiaba dentro a una predicazione per renderla meno noiosa e per farla ricordare meglio). Conosciamo allora i racconti del demonio che compare in forma di donna a sedurre il santo, Oppure il diavolo che distrae il monaco durante le funzioni religiose e lo fa ridere perché vede in chiesa tanti diavoli sospesi in aria che allungano il collo e battono la testa per ascoltare e trascrivere i peccati che in confidenza le donne si raccontano durante la messa. Ce n’è uno dove il santo vede diavoli appollaiati sull’acconciatura e sullo strascico della dama cadere quando lei scuote la testa e si tira dietro l’abito. Se si volesse trarre una tassonomia da queste fonti si potrebbe seguire la traccia della società tripartita medievale: oratore, bellatores, laboratores al femminile.

Oratrices: le molte mistiche e sono le più numerose

Bellatrices: Matilde di Toscana, Eleonora d’Aquitania. Quest’ultima va alla seconda crociata con un piccolo seguito di donne. La Contessa Adelaide degli Alberti della  Marca Trevigiana, è una splendida figura di femminile che contiene questa contraddizione che qui si è rilevata. Partorisce Ezzellino da Romano considerato il figlio del diavolo. I novellieri giocano su certe ambiguità per cui c’è un anonimo donatore e certe maternità sono spiegate come scherzi del demonio.

Laboratrices: Ildegarda confeziona filtri, ma nessuno ha mai osato accusarla di rapporti con il demonio. Tutta la sua vita appare costellata e animata di apparizioni del demonio che lei sa come tenere a bada. La potremmo chiamare “una maga” mettendo il termine tra virgolette.

Sono tutte figure che hanno a che fare sia con la mistica che con il demoniaco in un certo modo.

Poi tra le laboratrices ci sono le streghe e la figura qui ricordata è Costanza chiamata strega Finicella. Ha un destino tragico. Il suo ruolo è quello di maliarda, incantatrice rustica, fa bassa magia. Lo strix da cui deriva il nome strega è un rapace notturno, ha un che di vampiresco, succhia il sangue ai bambini, (si rifa alla letteratura e alla mitologia classica). Quindi il primato di aver dato il nome all’incantatrix appartiene agli italiani e è legato a una che uccide i bambini. Quando Bernardino da Siena chiama Finicella strix, non si riferisce solo al repertorio classico dei malefici tipici della strega (fare pozioni, filatteri con maledizioni, profezie eccetera). Il punto fondamentale è che nel Medioevo lei è una che pratica aborti, una figura sociale necessaria alla stabilità, ma emarginata e ricattabile. Si trattava di una pratica che esisteva e era tollerata finché la bolla non esplodeva. Si viene a sapere, lei confessa. E lei la possiamo considerare una della laboratrices del sottoproletariato femminile che viene caricata della responsabilità di qualcosa che in quel tempo serve molto a tutta la società ma che ufficialmente si rifiuta come peccaminoso e diabolico.

(Penso al bellissimo film Il segreto di Vera Drake di Mike Leigh 2004).

TRASCRIZIONE rielaborata dai miei appunti in simultanea durante la tavola rotonda. Non escludo che ci possa essere qualche errore che non sono stata in grado di ravvisare.

NOTE

Enrico Menestò, professore ordinario di letteratura latina medievale e Presidente del Centro Italiano Studi sull’Alto Medioevo.
Tullio Gregory, professore emerito di filosofia.
Franco Cardini, professore ordinario di storia medievale.

3 pensieri su “Sante e streghe, ancora da Umbrialibri

  1. Non metto in dubbio che i tre studiosi protagonisti della tavola rotonda siano di spicco. Ma in una tavola rotonda che parla di mistica ci vorrebbe la presenza anche di un teologo esperto in mistica. Che possono saperne uno storico, un letterato e un filosofo delle dinamiche della mistica? Tali esperti hanno almeno, non dico studiato, ma semplicemente letto le più importanti opere mistiche medievali?

  2. Molto interessante, Mariangela. Vorrei aggiungere un paio di considerazioni sulle similitudini tra misticismo occidentale e orientale. Come tu stessa ci fai notare “la pratica tantrica è un presupposto all’ingresso del divino”: in effetti, in questa pratica orientale, la sessualità è energia che viene canalizzata e diretta ad entrare in contatto con il divino che c’è in noi.
    Anche nel misticismo occidentale accade qualcosa di simile. Basti pensare all’estasi di alcune mistiche che, nei loro scritti, come nell’iconologia di pittori e scultori, viene raffigurata o descritta come una specie di “orgasmo”. Per cui, peraltro, non si capisce perché la chiesa abbia insistito così tanto sulla funzione solo riproduttiva della sessualità, quando non solo rappresenta un piacere del corpo ma anche un modo per avvicinarsi al mistero e ai più elevati livelli di spiritualità.
    Un altro aspetto che mi sembra interessante è, a proposito della mistica Margherita, quando afferma che “L’idea centrale è che l’anima è nulla e solo la coscienza di questa nullità è la chiave per riconoscere e ricevere Dio.” Una concezione che si ritrova anche in altri mistici che parlano di apertura, spaziosità, trasparenza fino all'”annullamento” del corpo per meglio “ricevere” Dio. Molto simile alla concezione di “vuoto” o “vacuità” presente nel buddhismo. Il nichilismo non c’entra niente. E’ una visione che esalta la capacità di annullare quella costruzione egoica che chiamiamo IO o SE’, per poter sentire pienamente l’autenticità e la luce che c’è in noi, per poterci dare agli altri pienamente perché siamo “vuoti” dei nostri egoismi. In questo senso, come sottolinea anche Margherita, siamo pronti ad accogliere, a ricevere, senza riserve. Non abbiamo paura di aprirci totalmente, all’altro, così come al divino, che è già in noi. A proposito, nella visione orientale, anche il “diavolo” è già dentro di noi, ma possiamo tenerlo a bada, come faceva Ildegarda…

    • In effetti alla conferenza, durata due ore, c’erano anche altri contenuti cui fai riferimento (ho sintetizzato privilegiando il nuovo, almeno per me, rispetto al noto)
      C’era sì un riferimento alla famosa estasi di Santa Teresa del Bernini che riproduce i segnali di piacere sessuale in una scena di estasi (Cardini, ma prima di lui molti altri). Se non sbaglio Jung dovrebbe aver detto che la mistica è una sublimazione della sessualità non vissuta. Il fatto della cristianità è che la sessualità è stata caricata di negatività (che il Gesù dei Vangeli ignorava….lo ignoravano i greci e pure i romani, chissà se ci sia stato qualche altro sincretismo che si è mischiato… sarebbe interessante fare delle ricerche storiche in tal senso)
      I due estremi cristiani della sessualità sono o riproduttiva, ingabbiata o sublimata. Invece quanto al vuoto per allargare l’anima, ricordo con grande nostalgia il tempo delle adorazioni e dello spazio al sacro della mia adolescenza… erano momenti in cui ritirarsi era arricchirsi e mi procurava grande appagamento (va detto a onor del vero che ero totalmente non iniziata al sesso.
      Come si diceva in altra conversazione a voce, poi capita che il regime religioso si irrigidisca per esempio in complicate teologie, dogmi, obblighi morali fuori dai quali si vede il nemico da combattere ….. e il resto ce lo siamo detti e potrebbe essere oggetto di ulteriori riflessioni e post.

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