Cercarti tra le pietre

Assisi,Perugia,Gubbio…pietre su pietre,parole su parole per parlarne alle persone che hai di fronte.Parlare di uomini che hanno fatto la storia,che hanno lasciato traccia della loro.Alcune volte vedi volti che ti ascoltano,che ti osservano,che fanno loro quante esce dalla tua anima.E ti senti come un attore che recita in un palcoscenico,una maschera buffa o tragica che si pone in faccia al mondo.Eppure il mio cuore continua a cercarti tra tutte queste pietre,cercare uno sguardo che ho perso,degli occhi che ho amato.Una vita a cercare una mano da stringere,un abbraccio che ti scalda il cuore,che ti fa vivere la strada della vita vedendo un’altra ombra accanto a te,che è parte di te stesso.Cercarti tra tutte queste pietre è per riscoprire una gioia perduta,che vedi tante volte negli altri,e soffri,soffri di una dannata maledetta sensazione di solitudine.”Ma come fa a ricordarsi tutte queste cose?” spesso ti chiedono,a me basterebbe ricordare come si fa ad amare,perchè il mio cuore è come un “cretto” di Burri tanto per rimanere in tema,arido,dove le forme non sono quelle casuali della natura ma quelle reali del dolore.Cercarti tra le pietre di queste mie città,è una speranza,un urlo o forse una domanda che continua a non trovare risposta “perchè non ci sei più accanto a me?”.

7 pensieri su “Cercarti tra le pietre

  1. Una bella immagine la tua, quando si sta svolgendo un lavoro come quello di parlare davanti a un pubblico con il cuore e la mente da un’altra parte, nei nostri desideri e nelle speranze o nei ricordi. Ci sono pietre che ci ricordano momenti belli e tristi della nostra vita e che ci riportano prepotentemente a sensazioni, città, strade che ci riportano a un deja vu. E’ pur bello aver avuto i bei momenti. Quanto invece all’immagine della gioia vista negli occhi degli altri che immaginiamo spesso più felici di noi, mi torna in mente un adagio che mi ripeteva mia nonna:
    Se a ciascun l’interno affanno
    Si leggesse in fronte scritto,
    Quanti mai che invidia fanno
    Ci farebbero pietà. (Pietro Metastasio).

  2. Anche io come Mariangela credo che sia illusorio pensare che gli altri godano di chissà quale benessere perché magari hanno qualcuno con cui fare una gita. ognuno di noi ha quello che la vita gli offre, le opportunità che coglie o le mancanze che addolorano. Amare e essere amati è un dono enorme che raramente l’esistenza elargisce. Magari si possono aspettare vite e allora è meglio attendere con il cuore leggero…quando si può.

  3. L’età adulta è l’età del dolore, eppure nessuno di noi vorrebbe tornare bambino, se non con la prospettiva di essere ancora adulto. Perché l’età del dolore è anche quella della libertà, della gioia, dell’amore, dell’indipendenza, del sesso, della responsabilità, della soddisfazione e della pienezza, tutte cose che da bambini ci sono negate.
    Io non voglio rinunciare al mio dolore, non perché mi piace soffrire, ma perché senza non mi sentirei una persona completa. Ma non voglio per questo rinunciare alla gioia e a tutte le altre cose che ho citato, non voglio, cioè, ritornare bambino, voglio vivere la mia età, fino a quando ce ne sarà una da vivere.

  4. …e non solo quello. Bella la sensibilità, che chiama in causa tutti noi, con le nostre sensazioni, i nostri sogni e i nostri rimpianti.

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