Essere e sapere

Roboante questo titolo. In realtà molto umilmente vorrei solo estrinsecare delle riflessioni o sensazionim non so bene delimitarne i confinim scaturite dall’ascolto del teologo Mancuso la settimana scorsa. m a Foligno in occasione del festival di filosofia e scienza tenutosi a Foligno. sono andata con Anna e lì abbiano incontrato Marco e Mariangela. Piacevole sorpresa!.

La conferenza di mancuso verteva sul rapporto complesso e tortioso tra religione e scienza. ha peròesordito ponendo una qquestione : “E’ più importante sapere o essere?”Ovviamente non è che le due cose necessariamente si escludano a vicenda ma spesso è così, direi soprattutto nella nostra società, dove non è detto che una persona di grandi conoscenze sia anche una persona di grande animo. Non uso la parole valore perché mi sa  di culturale, I valori non sono immutabili cambiano con il cambiare dei costumi, dei modi di vedere il mondo, delle Weltanschaungen. Invece un’anima aperta non può che essere necessariamente in risonanza con il mondo. Credo che se non si produce un “cambio” di anima tutta la nostra conoscenza non potrà produrre un reale miglioramento. Abbiamo avuto scienziati che hanno contribuito a prodirre armi letali, teologi che hanno teorizzato inquisizioni, filosofi che sono stati accusati di avere fiancheggiato il nazismo ect.

Essere e sapere potranno mai camminare a braccetto , amici indissolubili? Altrimenti di speranze ne abbiamo pochine…

Buona Pasqua a tutti voi!

 

 

3 pensieri su “Essere e sapere

  1. Mi fa piacere che si parli di questo festival e questo tipo di eventi mi sembra molto utile. Anche la grande risposta e il tutto esaurito degli incontri dimostra che ce n’è grande richiesta e che c’è gran voglia di sapere e di essere. Per me le due cose difficilmente sono scindibili. Ciò che so e le mie esperienze mi rendono anche ciò che sono. Non farei la distinzione troppo netta tra essere collegabile alla spiritualità e sapere collegabile alla scienza che, questo mi sembrava un po’ alla base della conferenza di Mancuso, fermo restando che è stato molto interessante.

  2. Sono d’accordo che sarebbe meglio non ci fosse differenza tra sapere e essere ma io credo che ci sia, non intendendo assolutamente con sapere il sapere scientifico, ma piuttosto tutto l’apparato di conoscenze umane. E’ assolutamente vero che noi siamo determinati da quello di cui facciamo esperienza, che conosciamo nel corso della nostra esistenza. quello che intendo dire e che continuo a pensare è che la conoscenza, intesa in senso molto generale, non necessariamente è in relazione direttamente proprozionale con il ben-essere interiore(passaggio arbitrario lo ammetto) Allora, o i due campi di indagine e di “studio” sono nettamente separati, cosa probabile soprattutto nella nostra epoca, oppure c’è nisogno di un ascolto attivo che crei un equilibrio “buono” tra l’essere e il conoscere.
    Comunque confesso senza pudore la mia predilezione, magari dovuta anche agli studi dai quali provengo oltre che da inclinazioni personali che a tali studi mi hanno probabilmente spinto, per tutto quello che mi riporta al senso, ai “perché” piuttosto che al come. come scienziata sarei stata una frana! a domani ragazzi.

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