Sabato scorso si è svolta a Perugia una cena sulle scalette del Duomo organizzata dall’associazione “Perugia non è la capitale della droga” per riconquistare simbolicamente uno spazio del centro storico solitamente frequentato dagli spacciatori.
Sicuramente, un’ottima iniziativa. Ce ne sono altre di iniziative analoghe, che possono essere incoraggiate e vissute insieme per rivitalizzare il centro storico. Parlo di cose piccole, ma significative. Ad esempio, il Piedibus della salute e del benessere, che vede un gruppo instancabile di persone organizzare camminate serali lungo i vicoli del centro.
E penso, in genere, a tutte quelle iniziative personali che possono portarci a frequentare più spesso il centro: pizza e cinema, teatro, aperitivo dove vuoi tu, una visita da Feltrinelli, una vasca e due chiacchiere, la presentazione di un libro.
Il centro è un grande centro culturale, è la nostra casa che ha bisogno di una rassettata, ha bisogno della nostra costante presenza e amore. Io ci lavoro e a volte tornarci la sera mi fa fatica, ma sento che è bene fare un piccolo sforzo e vincere la pigrizia.
Perugia provo a viverla anche nel mio quartiere (Cortonese). Dove c’è un bel parco, il Cortonese appunto, che si estende fino a Pian di Massiano e dove si possono fare attività all’aria aperta.
Ci sono molte associazioni nel mio quartiere (ma anche nella città, certamente) che in questo periodo propongono corsi e attività formative, a prezzi a volte abbordabili. Non mancano le palestre, le piscine; la multisala è uno spazio irrinunciabile per chi ama il cinema.
Cosa possiamo fare per Perugia? Semplice. Uscire. Stare insieme agli altri. Frequentare posti, corsi, attività, socializzare: c’è sempre qualcosa da imparare, una persona nuova da conoscere, un posto diverso da frequentare. Più siamo e meglio è. Questo vuol dire rivitalizzare Perugia.
Magari, basta anche un caffè con un amico o un’amica, al posto giusto al momento giusto. Aprirsi e vivere quel momento intensamente. La città ringrazia…
Gusto Srefano, a volte basta poco per contribuire a migliorare il luogo dove si vive. Quello che si può, senza pensare di fare cose straordinarie. La pigrizia spesso prende il sopravvento e vincerla non richiede poca volontà. Ma ne vale la pena, ne sono convinta anche io.
Vero Stefano! Mentre camminavo a Corso Cavour l’altra sera al City Vintage ho visto tanta gente di età diverse che camminava, stava seduta a chiacchierare in un bar o in una trattoria, bella gente, mi sono detta, guarda quante persone potrei conoscere in questa città, e invece mi limito alle mie amicizie più strette, ho paragonato questa folla a quella della mia città natale, Roma.
A Roma è normale trovarsi con un sacco di persone intorno anche la sera, nel tempo libero, si vive nella confusione, adesso magari avrei difficoltà a starci dopo tanti anni in questa cittadina tranquilla… ma di Roma mi piace la varietà di persone che potrei conoscere.. e che si muovono nello spazio… anche a Perugia però si possono allargare i confini….
Cara Roberta, non vedo più il tuo intervento. Non so se l’hai tolto tu o è stato tolto dal moderatore. Comunque vorrei risponderti.
Ieri ho conosciuto una ragazza marocchina molto gentile e simpatica. Inizialmente, stentavo a riconoscerla come tale: parlava molto bene l’italiano e vestiva come una donna occidentale.
Come lei, ci sono a Perugia ragazzi africani che parlano anche in dialetto perugino e che magari sono di fede musulmana. Sono persone gentili e che amano il nostro paese.
Naturalmente, ci sono anche ragazzi magrebini spacciatori o qualche islamico fondamentalista. Il mondo è molto vario.
Quello che possiamo incontrare a Perugia è presente in molte altre città del mondo. E’ la cosiddetta globalizzazione. E non possiamo fare niente per contrastarla.
Possiamo solo cercare di creare le migliori condizioni, il migliore equilibrio, tra i nostri valori, le nostre esigenze, il nostro stile di vita e quello di coloro che arrivano con valori e stili di vita diversi. Naturalmente, nel pieno rispetto reciproco.
Se ci arrendiamo alla paura, abbiamo solo il conflitto e la guerra come soluzione. Oggi sono gli arabi a farci paura, domani magari sarà qualcun altro.