“Mi hanno detto di andare via e che tenevo i pantaloni e scarpe agli anni 60”. Così dice un ragazzo che, per aver detto stop moda, viene deriso dall’intero edificio (scolastico, ndr).” E le ragazze? Loro sognano il principe azzurro non con la spada ma con scarpe alte e costose dell’Adidas, con le felpe eccetera… (cita altre marche in voga al momento) ” Deve essere sportivo, forte, alto, muscoloso “. Questo è quello che dicono una moltitudine di ragazze dai 13 ai 18 anni. Non è più come un tempo che bastava una chitarra e cantare per farsi una ragazza che ti amasse. Oggi invece non funzionano più neanche le poesie. E i ragazzi? “Non ci facciamo tanti scrupoli, Basta che sia bella”.
Da un tema di terza media.
La consegna era scrivere un articolo di cronaca sui litigi tra amici o compagni di classe. L’interessante tesi del ragazzo, con parole sue, è che i ragazzi si scelgono per l’apparenza e poi litigano su cose futili senza instaurare vere relazioni, ma rapporti solo molto superficiali. Come prof posso dire: Resisti caro studente e cresci restando così se puoi.
Qualcuno dei nostri lettori mi ha detto che siamo un po’ seriosi e volevo inserire una nota che fa sorridere, anche se si tratta un po’ dell’umorismo pirandelliano: un primo istintivo sorriso seguito da un retrogusto di amarezza.
Poveri ragazzi. Ma da chi hanno preso? Chi sono stati i cattivi maestri? La TV? Mediaset? E Chi ha permesso che la vedessero? Vogliono le scarpe firmate? Perché gli vengono comprate? La colpa è della società? Ma noi non ne facciamo parte?La cosa strane è che oggi tutti hanno la ricetta giusta, ma il mondo non migliora. Non è per caso che o non abbiamo la ricetta giusta, o siamo incoerenti? O ambedue le cose?
La ricetta non c’è mai stata, in nessuna epoca. Quale ricetta ? Per guarire da cosa? Dall’essere animali sociali? Non è una malattia. E’ una caratteristica dell’uomo, credo. Ogni società o sottogruppo di una società ha i suoi valori, i suoi status symbol distintivi, i suoi miti, le sue reti più o meno o per nulla efficaci di solidarietà e così via. Semmai oggi abbiamo a disposizione la conoscenza di più sistemi di riferimento e possiamo condividere anche solo temporaneamente i valori dell’uno e dell’altro al limite. In passato le società erano più chiuse e i contatti più limitati. Per fare confronti dovevi emigrare o incontrare lo straniero. Oggi puoi almeno potenzialmente scegliere.
Sicuramente è come dici. Però a volte penso che non sappiamo usare i vantaggi che la nostra epoca ci dà. Come mai la cosa che colpisce tutti coloro che visitano i luoghi più arretrati della Terra rimangono colpiti dalla allegria dei popoli che vi abitano? Alla fine ha ragione chi è più felice e la nostra società mi sembra triste. Sono convinto che viviamo una un’epoca straordinaria, ma che molti di noi non hanno i denti per morderla.