Per saperne di più sui pezzi da otto

Pochissime monete circolavano in Europa finché la scoperta in America Latina di giacimenti d’oro, e soprattuto di argento, portò in Spagna una invasione di tonnellate di metallo prezioso, in parte arrivato in pani, in parte trafugato e sbarcato di contrabbando, in parte coniato in monete. Il taglio più grosso era proprio il famoso pezzo da otto unità di misura (il real), chiamato appunto ‘real de a ocho’. Pesava tra 27 e 27,5 grammi, e la lega di cui era fatto conteneva circa 25 grammi di argento fine. Diametro: 40 mm, spessore: 3 mm. Molto difficile per gli storici stabilirne il potere di acquisto (che comunque era alto) e conoscere molti degli aspetti della ‘favolosa storia’ di questa moneta. Zecche nuove e moderne si aprirono in America Latina e in Spagna, come quella di Segovia che era “a mulinello” cioè azionata da aenergia idrica. Il grande quantitativo di monete non si fermò in Spagna ma transitò rapidamente in altri paesi come “la pioggia fa sopra i tetti delle case, la qual se ben vi cade sopra discende poi tutta in basso senza che quelli che primi la ricevono ne abbiano beneficio alcuno” (1595, ambasciatore veneziano Vendramin). Il dissanguamento che toccò alla SPagna si doveva all’improvviso squilibrio economico (molta disponibilità di moneta e non altrettanta di prodotto interno), oltre al dover la Corona rifondere i debiti contratti con altri stati. Convogli di monete accompagnavano all’estero i militari nelle spese di guerra e altri rivoli di soldi sonanti uscivano di contrabbando. Il pezzo da otto, pur essendo brutto e coniato male (sic dalla mia fonte) era una moneta che giocava un ruolo internazionale, era accetata insieme a pochissime altre su tutti i mercati.
In Italia i pezzi da otto reali arrivavano in quantità massiccia a Genova (che strozzinava la Spagna), e da lì, come da altri centri europe, non si fermava il loro cammino verso oriente passando per la Russia e l’Impero Ottomano fino all’India e alla Cina (XVIII secolo) in cambio di sete, tappeti, oggetti che si compravano a occidente e si spedivano nelle colonie spagnole.
La Spagna passò presto il testimone della ricchezza monetaria. In questo spostamento di equilibri giocò un ruolo di primo piano anche la Compagnia inglese delle Indie Orientali.

Queste e altri interessanti notizie estratte in sintesi da
C. M. Cipolla, Conquistadores, pirati, mercatanti.

Un’informazione di cui non so accertare l’attendibilità viene dal sito monkeyisland e riporta che una nota birra costava un real e poteva essere pagata sezionando un ottavo del pezzo da otto e consegnando quella sezione all’oste. Che dire… manca qualunque riferimento storico cronologico, temporale… anche se una suggestione è comunque verosimile.

Che le monete venissero tagliate nei bordi per ricavarne una parte di metallo prezioso lo riporta anche C.M. CIpolla con esempi fotografici di reales de a ocho ritagliati.

Certo è che dalla lettura di questo saggio emerge un lato vivo della storia, del commercio e della pirateria… non meno affascinante dei racconti di Stevenson.

Un pensiero su “Per saperne di più sui pezzi da otto

  1. PROVEREI A CONSIDERARE IL VALORE DI QUESTA MONETA FACENDO UNA PROPORZIONE TRA ‘PEZZO DA OTTO’ E ‘PEZZO DA NOVANTA’!
    mutatis mutandis potrebbe funzionare. provo a domandare ad un amico matematico d’eccellenza.
    grazie di avermi ricevuto nel blog…appena potrò contribuirò in modo migliore!
    ad meliora!
    roberta

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