Spazi pubblici

Ieri ho assistito a una presentazione dei candidati sindaci perugini. Era un incontro organizzato dal circolo Giorgio La Pira di cui è presidente una suora che alla fine ha benedetto tutti, credenti e non.
Nel merito dei contenuti della serata non voglio entrare, se ne troverà conto in altri spazi. La mia brevissima riflessione è invece questa. Un momento di discussione pubblica ha bisogno di essere ospitato dal Coni, un enorme e ben attrezzato edificio con sala conferenze, forse l’unica moderna struttura perugina di questo tipo, con sedie imbottite, attrezzatura multimediale adeguata, ampio parcheggio ben raggiungibile. E’ uno spazio che in effetti, trovandosi di fronte a casa mia, vedo spesso usato per riunioni di vario genere non solo sportivo e dove sono stata anche più volte a seguire un corso di aggiornamento per docenti. Quindi i candidati presentati alla cittadinanza erano ospitati da un circolo religioso e in una struttura sportiva (vedi storia del luogo qui).

Mi chiedo: ma dove sono le associazioni laiche e gli spazi laici di aggregazione e per incontri pubblici? Mi piacerebbe che il comune offrisse ai cittadini degli spazi dove incontrarsi e discutere, studiare, approfondire, forse anche meditare. Immaginerei anche spazi di co-housing nelle scuole (che essendo di pertinenza del comune potrebbero essere potenziate e meglio attrezzate ad hoc) e nelle biblioteche, spazi pluralisti, aconfessionali, non vincolati al commercio delle società sportive.
Il tutto senza togliere che ringrazio comunque chi ci ospita in mancanza d’altro.

(intervento extracalendario)

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Informazioni su Mariangela Menghini

Insegnante di lettere alla scuola media, guida turistica. Interessi molteplici, esperienze varie (sia professionali che amatoriali): arte, letteratura, cinema, insegnamento lingua italiana e italiano per stranieri, chitarra, viaggi, ospitalità couchsurfing, sociologia delle religioni e partecipazione e fuoriuscitismo da movimenti e comunità cattoliche. Altro... con tendenza a fare più cose alla volta... e a non portarle a termine tutte.

3 pensieri su “Spazi pubblici

  1. Sono d’accordo Mariangela su un uso diverso degli spazi pubblici, più creativo e multiuso o multidisciplinare. Ma gli spazi ci sono a Perugia, addirittura teatrini pubblici, parrocchiali o privati, che restano chiusi la maggior parte della settimana. Il fatto è che la gestione è sempre strettamente affidata alle varie parrocchie : chiese, partiti, assessori o faccendieri. Questo vale per tutti ! Alla bellissima sala del Coni hanno accesso privilegiato le associazioni cattoliche, ai CVA devi avere il consenso personale di un assessore o dei suoi assistenti diretti, ai teatri parrocchiali (parroci e suore), alle sale di registrazione musicali devi conoscere politici di persona (Giap a Madonna Alta, Ostello della Gioventù ecc.). non parliamo poi di Palasport Evangelisti o Palazzetto Pellini. Perugia è, più di altre, città di parrocchie, massoni e politici chiusi e clientelari. Questo è quanto e proprio sbagliato, ma tant’è …
    Poi si lamentano quando viene dimostrato che Perugia è la prima città in Italia per morti da overdose (da oltre 20 anni), per consumo di cocaina e 3^ per consumo di eroina : tutto in rapporto alla popolazione, ma nessuno vuole ammetterlo. E la vita culturale e, soprattutto, sociale viene ristretta e chiusa !

    • Sì era esattamente il tipo di riflessione che facevo… Bisognerebbe invece avere libero accesso semplicemente su disponibilità di sala vuota, con eventuale contributo minimo alle spese, possibilmente in co-utilizzo, spese che sarebbero sostenibili da tutti … e bisognerebbe dare gli spazi su richiesta. Dovrebbero poter accedere i giovani e anche i cittadini.

  2. La questione dell’uso degli spazi di una città è molto importante. Sugli spazi pubblici all’aperto a Perugia, non ci sono problemi: lo spazio non manca… per un qualsiasi tipo di iniziativa.
    Sull’uso di sale e spazi interni a carattere pubblico o associativo, le precisazioni di Valter mi sembrano puntuali. La mia esperienza con un’associazione buddhista che chiedeva spazi per le proprie iniziative è stata molto negativa. Nessun aiuto pubblico, nessuno o poco rispetto per l’espressione della differenza culturale e religiosa, addirittura il boicottaggio di iniziative perché in “presunto” conflitto con la religione istituzionale.
    Credo che Papa Francesco, in questo senso, abbia ancora molto da lavorare. E che le parole sull’apertura ecumenica rischiano di scontrarsi con una realtà ancora molto chiusa e arretrata. In cui, culture e saperi altri, vengono visti e vissuti come minacce.
    Presumo, allora, che la globalizzazione, il confronto multiculturale, arriverà in altri modi (imprese internazionali, Centri Commerciali, Mafia, ecc.) e appiattirà tutto…

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