I parenti di Marcovaldo

Dietro la porta nella parete del corridoio c’era un vano rientrante coperto da una tenda pesante. Quando la porta era aperta nascondeva completamente la rientranza. La casa allora era in assetto tattico quotidiano. Chi entrava, chi usciva, mamma ai fornelli, nonna alla macchina da cucire pestando i piedi sul pedale basculante della mitica Singer, i fratelli con pirografi e tavolette in legno da incidere, nonno a smontare e rimontare qualche minuteria, papà che doveva rientrare da un momento all’altro, sembravamo parenti della famiglia di Marcovaldo. Ma quando la porta si chiudeva e separava la zona giorno dalla zona notte, pareva che si aprisse un altro mondo. Potevi ritrovarti lì incantato nella penombra del corridoio a perdere la cognizione del tempo e del rischio di una sportellata in testa dal prossimo inquilino della famiglia che si fosse ostinato nel proprio quotidiano andirivieni. La tenda invitava ad aprire il sipario del passaggio segreto per transitare in un altro mondo. Continua a leggere