La consapevolezza

A demonifine aprile ho partecipato ad un incontro formativo sulla consapevolezza dei propri “demoni” interiori (per demoni, leggi paure, ansie, sensazioni di inadeguatezza, ecc.).
La formazione sulla consapevolezza non è da intendersi come formazione in senso classico: non ha niente a che vedere con un training scolastico o professionale.
Ha significato invece confrontarmi con la mia sofferenza, cercare di capire “a che punto sono” della mia avventura di vita; stare sul momento, vivendo magari qualche delusione, ma anche gioie e incontri inaspettati.
Il senso di questo “seminario” è stato quello di consentirmi un possibile contatto con le parti oscure di me stesso. Confrontarsi con i propri demoni personali è un percorso in cui si può trovare il coraggio di visualizzarli, accoglierli e magari “nutrirli”. [Per chi è interessato a questa metodologia, può leggere “Nutri i Tuoi Demoni. Risolvere i conflitti interiori con la saggezza del Buddha” di Tsultrim Allione].
E’ alla fine un lavoro con sé stessi non privo di rischi e incognite, ma che può portare nuova linfa ed energia, nuova fiducia. Il senso di questo percorso di “cura” è quello di accettare la nostra condizione umana, così com’è, finita e imperfetta, ma anche unica e meravigliosa.
Mi sento di dire con Joseph Campbell che, in questi casi, “Il drago del ‘Tu devi’ (…) la finzione sociale della legge morale, è stato ucciso dal leone dell’autoscoperta; e il vincitore leva (…) il ruggito del leone; il ruggito del grande Sciamano delle vette montane, del vuoto al di là di tutti gli orizzonti e dell’abisso senza fondo”.

“Pezzi da otto!”

Esatto: “Pezzi da otto!” e non semplicemente pezzi da otto. Il pezzo da otto era una moneta spagnola, che ebbe grande diffusione in varie parti del mondo (Americhe, Europa, Estremo Oriente) a partire dal sedicesimo secolo, fino all’800. Poiché i pezzi da otto venivano prodotti in America Latina e trasportati per nave in Europa, erano piuttosto ambiti dai pirati… Quale migliore titolo per il nostro blog?

Ma allora perché le virgolette e il punto esclamativo? Perché “Pezzi da otto!” era il grido del pappagallo appollaiato sulla spalla di Long John Silver, il mitico pirata dell’Isola del Tesoro di Stevenson. E allora ecco il titolo, che per ora è stato stabilito all’unanimità da tutti i (tre) soci del blog, riunitisi per prendere questa decisione sulla spiaggia dell’Isola Polvese (al lago Trasimeno, per chi non lo sapesse), e poi sul battello che li riportava a San Feliciano.

E poi il pezzo da otto (la moneta) era fatta d’argento quasi puro e conteneva circa 25 grammi di quel metallo. Quale migliore metafora per la ricchezza della cultura che ci proponiamo di trasmettere? E, cosa curiosa, ogni moneta poteva (con martello e scalpello) essere divisa in quattro, o addirittura otto pezzi, per fare qualcosa che corrisponde ai nostri “spiccioli”. E anche la cultura che ci proponiamo di diffondere… OK, mi sto arrampicando sugli specchi. Il fatto è che “Pezzi da otto!” suona bene, e questo ci basta, almeno per ora.

Ma naturalmente il titolo, come tutto il resto in questo blog, è provvisorio, e così deve restare. Quando la repubblica democratica dei soci lo deciderà, cambieremo anche questo, e anche qualsiasi altra cosa.

A proposito: se non sei ancora iscritto a questo blog, non dimenticare di leggere la pagina ‘Perché ancora un blog’. Trovi il link sotto la foto del mare (oppure clicca qui).

Ciao a tutti

Marco

Perché ancora un blog

L’idea di questo blog è nata durante il seminario sulla “trasformazione del maschile” tenuto da Stefano e Lucrezia qualche settimana fa.

1. L’idea:

è leggermente diversa da quella della maggior parte dei blog, che sono personali e fanno capo a un unico soggetto, mentre gli eventuali altri sono “collaboratori”. Qui tutti quelli che partecipano hanno uguali diritti. Inauguriamo l’idea del “blog democratico”. L’amministratore del blog (che per ora sono io) non fa altro che occuparsi delle noiose questioni di manutenzione del blog stesso.

2. Lo scopo:

capita spesso (forse solo a me? 🙂 ) di sapere qualcosa (o di avere qualche idea, pensiero, ispirazione…) che ci sembra interessante e di avere il desiderio di condividerlo con altri. Questo è il posto giusto! Lo scopo è di scrivere “articoli” nei campi più disparati dello scibile (!) e metterli a disposizione di chi ha voglia di leggerli. Niente di più e niente di meno.

3. A chi si rivolge:

A chi ha voglia di partecipare. In generale, direi, a un gruppo abbastanza ristretto di persone che si conoscono (o al massimo sono amici di amici…) e che vengono “presentate” da membri del gruppo.

4. Cosa si fa una volta diventati “soci” del blog?

Si scrivono articoli e si “pubblicano” nel blog, si leggono e si commentano quelli degli altri, ci si tiene in contatto… A proposito dei commenti, non so bene se sia meglio disabilitarli per chi non è iscritto al blog. Se non si disabilitano chiunque, dall’esterno, può postare un commento. La scelta opposta è quella di rendere possibili i commenti solo a chi è iscritto al blog. Non so cosa sia meglio, voi che ne pensate?

5. Il “titolo”

Per adesso è “Titolo provvisorio” :-(. Troviamone un’altro, chi ha delle proposte? Il “motto” invece (praticamente il sottotitolo) è: “la cultura è contagiosa: diffondila”. L’ho inventato io, ma se non ci piace lo cambiamo.

6. Iscriversi al blog

Poiché tutti gli iscritti hanno il ruolo di “autore” (vedi quì, ad esempio, per capire cosa può o non può fare un autore), non è il caso che chiunque si possa iscrivere automaticamente. Per questo chi vuol essere iscritto mi mandi una mail a marco.luigetti(at)tiscali.it, e io lo iscriverò al più presto.

Detto questo, ciao a tutti e a presto

Marco