Se si prende una striscia rettangolare di carta, meglio se “allungata” cioè con una dimensione molto maggiore dell’altra, e la si piega dolcemente su se stessa fino a far coincidere le due estremità, quella che si ottiene è una superficie che possiamo definire “cilindrica”. Con un po’ di colla o di nastro adesivo possiamo fermarla, in modo da poterla esaminare con calma.
Possiamo fare qualche semplice osservazione, assolutamente ovvia, per esempio:
la superficie ha due “facce”, nel senso che se immagino di trovarmi su una di esse e di voler passare sull’altra, sono costretto ad attraversare un “bordo”; Continua a leggere
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Lilith
Questo post si ricollega ad un altro dedicato alla Medea di Euripide, pubblicato su questo blog ormai parecchio tempo fa (vedi quì) e anche al post di Stefano pubblicato di recente, sempre su questo blog (veid quì).
Anche stavolta lo dedico ad un personaggio mitico femminile, ma stavolta non è una maga/strega, come Medea, ma addirittura un demone (femmina): Lilith. Continua a leggere
Sulla tomba di Carlo Emilio Gadda
Una passeggiata al cimitero è stata tra le esperienze culturali da ricordare di questa estate. Io e Marco siamo andati in cerca di una chitarra a Roma giovedì scorso e prima di tuffarci nel negozio siamo andati a questo cimitero di cui avevo sentito parlare ma che non avevo mai visto, il Cimitero degli stranieri o Cimitero Acattolico di Roma. Del resto c’era un po’ di tempo in avanzo prima dell’apertura pomeridiana del negozio (e a me sembra sempre che finché il tempo c’è vada usato tutto).
Il mio fervido amico Massimo ci ha accompagnato con la moglie paziente e ci ha spiegato la storia di quel luogo e le vite di defunti celebri e sconosciuti. All’inizio lo abbiamo seguito nella pace del settore più antico, una radura di prato sotto i pini, sentieri tra le lapidi irregolari, l’area più aperta di tutto il complesso privato che è formato da un terreno di due ettari recintato dalle mura aureliane. La piramide Cestia incastonata nelle mura spicca in prospettiva, rispetta con discrezione la solennità dei pini che le sono cresciuti intorno e l’hanno vista diventare anticattolica suo malgrado. Continua a leggere
La mappa del tesoro
Come abbiamo detto già negli articoli precedenti, “Pezzi da otto, pezzi da otto!” è l’invocazione del pappagallo di Long John Silver, il pirata protagonista “oscuro, ma umano” de “L’isola del tesoro”, il capolavoro di Stevenson.
La cosa che mi ha colpito di quel romanzo è stata la sua genesi.
Stevenson vide una mappa di un’isola che stava dipingendo ad acquerello uno dei suoi figli. Cominciò a lavoraci insieme a lui di immaginazione, inserendo luoghi, personaggi e costruendo piano piano una storia. Con i familiari come collaboratori, la storia si sviluppò e diventò ricca di particolari. Continua a leggere